LOST- quale conforto per le anime perdute?

Lost: un finale mozzafiato

– la redenzione delle anime perdute-

Si è consumato in
 due ore il finale di stagione di Lost,in cui molto è stato tralasciato,
molto è stato chiarito, tutto è stato risolto.
Quando si parlerà di
Lost si parlerà del telefilm dell’ultimo decennio, quello che, similmente a
twin peaks, ha tenuto banco e divorato l’attenzione dei lettori dietro ad un
mistero, che come le ciliege, ne tirava fuori un altro, e poi un altro ancora.
Lost è diventato un
esercizio filosofico: prima di tutto il Mistero. Cos’è l’isola, cosa nasconde.
Poi nella seconda
stagione, il problema dell’esistenza degli Altri. Poi ancora il senso dei
Soccorritori. Ancora dopo quello del Tempo, ed infine l’asse narrativo, seppur
con qualche pecca, si è spostato sulla Redenzione.
Perchè di questo parla
Lost: di anime redente, perdute, sole, che attraverso un’isola purgatorio
trovano la forza di riunirsi, di riamarsi, di essere ancora insieme gli uni con
gli altri verso la Luce.

Inutili quindi gli
sforzi per capire le ragioni del bunker, le mille stazioni dell’Isola, la
missione degli Altri ed i messaggi ancestrali nascosti dietro decine e decine
di rimandi filosofici-religiosi.
La risposta di tutto è
nell’anima che cerca se stessa e la ritrova nell’altro. Il viaggio verso la
luce di anime elette.
Poco importa che l’aereo
sia caduto, che le persone fossero tutte morte  o meno, Lost parla del
ritorno dell’anima alla luce, passando per il purgatorio e le insidie del Male.

Lost è quindi l’immagine
dell’anima moderna, in crisi, viaggiante per lo spazio ed il tempo di un mondo
ostico, un "tappo" fra bene e male, dove sono le nostre azioni a
condizionare il nostro futuro, dove non c’è spazio al destino… almeno in
apparenza.

Che ci sia davvero un Dio, un Jacob, in tutto questo??
questo Lost non lo chiarisce,
a meno che non si voglia credere che la Luce non fosse proprio l’emanazione
spirituale di un dio, che ha reso possibile, ed ha lottato per questa riunione
di anime tanto infelici.
Esiste un Dio, esiste
una preoordinazione, un destino ispiratore, che pianifica il quadro di base, la
tela su cui disegniamo i nostri propositi?
Lost pare suggerire che
ci sia, ma Lost è dedicato alla consolazione delle anime perdute: se lo si vuole, è possibile
ritrovarsi.
Basta, come direbbe
Locke, avere fede.

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