TRE GIORNI RIMINENSE-BOLOGNESE: l’ironico imprevisto

L’IRONIC IMPREVISTO:
un resoconto del we riminense

Per chi non lo avesse mai saputo la mia canzone del cuore, quella che meglio mi rappresenta, è IRONIC, DI alanis morisette: cosa centra col mio viaggio a RIMINI? molto!

Il motivo per il quale adoro quella canzone è perchè si parla di come sono certe persone, come me, che subiscono una sorta di continuo stato di imprevisto vitale: nella canzone si fa infatti riferimento lle persone che vincono alla lotteria e muoiono in giorno dopo, al trovarsi in un traffico pazzesco quando già sei in ritardo, a sposarti sotto la pioggia e a trovarsi con la necessità di un coltello pur avendo 100 forchette… ecco queste sono tutte metafore che mi riflettono in pieno e riflettono in pieno questa vacanza.

Partito con il dramma della perdita del treno, sono riuscito a cavarmela prendendone un altro e beccando una incredibile coincidenza a bologna, che mi ha portato a rimini all’1.30 invece che alle 2 di notte, intrrompendo gli idilli amorosi di davide.

Ma non è successo solo questo:
1
il primo giorno, venerdi, è stata una giornata tranquilla: mi son detto, ora prenderò il sole che non prenderei a roma…giornata bellissima, sole alto e cielo sgombro da nuvole come mai a rimini in bassa stagione… ma mi sono addormentato sotto l’ombrellone e così niente sole!
In serata ho mangiato ad un ristorante greco con Davide e Pheel (suo coinquilino ) ritrovando l’atmosfera di questa estate che mi mancava… rimini in qualche modo è uno scaccia pensieri utilissimo ed un diversivo unico, ma avevamo troppo sonno sia io che davide e ci siamo appisolati davanti a forse l’unica pallosa puntata di ex files che io abbia mai visto.

2
Il giorno dopo, ore 9.30, davide è già uscito, io navigo su internet prima di andare al mare e cosa becco? un bel convegno a BOLOGNA sulla bioarchitettura, che nella scorsa settimana non avevo trovato.
Cosi mi precipito in stazione per fare il biglietto delle 10, ma il treno mi sfuma davanti. Aspetto il treno successivo (10.43) e arrivo finalmente a BO, ma in ritardissimo.

Bologna bologna, città giovane e ruspante, il suo simbolo è una studentessa punk, credo, così mi appare la città, nervosa, sinistroide, vagamente scollata, come i vestiti delle sue giovani studentesse e con l’aria distratta di quegli universitari che preferiscono i portici alla seppur belle mura dell’università.
Raggiungo, incredibilmente senza perdermi la facoltà di ingegneria, assisto al convegno, prendo i numeri di un ingegnerino che può farmi comodo per gli approfondimenti dell’edilizia e tutto fila liscio fino a che non torno in stazione e là… treno partito proprio nel secondo che prenevo il biglietto, quindi cambio il biglietto e arrivo in tempo in tempo ad aprire laporta di casa di davide a lui ed ai suoi in vacanza a rimini per salutarlo.

Segue la notte rosa di rimini, una sorta di notte bianca che là segna il capodanno etivo ed è il trionfo della zoccolaggine della bella stagione che ìmpera per rimini quasi tutto l’anno.
Ragazzi, ragazze, tutti ubriachi, sotto i fuochi d’artificio che manco sembra ferragosto, tutti SCACIATI o vestiti di rosa per rispetto vestendo, intenti a ballare, strusicarsi, pomiciare o fare assalti ad autobus stracolmi di gente. Così io e dave ed i suoi amici fra cui un matteo diverso e migliorato dall’amore, ci incamminiamo a piedi per andare al solito localino estivo dove andavamo quest’estate.
prima avevamo cenato nel locale greco solito e ci sentivamo molto educatini rispetto ad un gruppo di ragazzetti di 22 anni massimo che sembrava volesse abbattere il locale a colpi di urla e risate sguaiate da foca.

Ma torniamo alla notte rosa ed ai tre km a piedi che ci siamo imposti: arrivati là davide esausto e perfido, mi fa prendere solo una vodka menta e poi implora il ritorno.
Così io, lui, marco e lo sconosciuto ma simpatico pirro torniamo indietro strenui più che mai, io personalmente fiaccato da una vacanza che più che una vacanza sembra una corsa all’ultimo inconveniente.

3
Il ritorno
qui sono stato fortunato: treno rimini-ancona rimediato all’ultimissimo secondo, arriva ad ancona alle 13.45, in ritardo di 10 minuti ed io tremo all’idea di perdere il treno Ancona Roma delle 13.52.

La stazione di ancona è sempre quella, con la solita voce metallica che si lamenta
"ANCONAAA?STAZIONE DI ANCONAAA?" QUASIdicesse, "ma come ci siete finiti qua?"
Prendo al volo il treno delle 13.52 in mezzo ad un gruppetto di romani forse poco più che 18enni molto alla ventura e fieri esportatori del coatto trucido nel riminese. Questi stavano per perdere il treno ma si sono salvati proprio all’ultimo momento timbrando i biglietti alla meno peggio e azzeccando il binario giusto

e allora penso che in fondo
a 25 anni suonati, presto 26, me la cavo ancora. saltello su e giù da treni che non dovrei prendere, cammino per ore fra briachi rimorchiaroli, visito città scelte all’ultimo momento e ancora sento il brivido della libertà…

che dire se non che in fondo alanis morisette penserebbe che a 26 tutto ciò è molto IRONIC…