Il telefilm è esemplare di una generazione di trentenni in cerca dell’amore…
Quando tornavo a casa dall’università, verso le 7 circa, Rai Due, che allora era una rete attenta ai gusti telefilmici, c’era sempre Friends, che faceva sognare una generazione di matricole, come lo ero io in attesa di laurearsi e vivere da grandi, ma ancora non da adulti.
A distanza di 20 anni dai radiosi anni 90, ora nel 2010 vivo per conto mio, sono ormai nella fase “friend” ovvero sono un trentenne alle prime esperienze lavorative, e tornato a casa trovo un altro gioiellino telefilmico “How i meet your mother”.
Il telefilm riprende l’idea originale di Friends, 5 amici, di cui 2 in coppia, alle prese con le disavventure sentimentali classiche dei giovani oltre i 30, con un sesso più consapevole di Dawson’s creek, meno patinato di OC, più realistico di Beverly Hills 90210.
In How i meet your mother Ted Mosby, un affermato architetto, fa sedere i suoi due figli adolescenti sul divano di casa, e inizia a raccontare loro gli eventi che, venticinque anni prima, lo hanno portato a conoscere quella che sarebbe diventata la sua futura moglie e la loro madre, senza però rivelarne mai il nome.
Vengono così narrate le vicende del proprio gruppo, formato da una coppia di amici, Marshall e Lily (già Willow in Buffy), fidanzati dai tempi del college (un rapporto simile a quello fra Chandler e Monica), Barney Stinson, un ricco donnaiolo dalla battuta pronta(che ricalca nei modi e tempi comici la Karen di Will&Grace) e Robin Scherbatsky, una reporter di una piccola emittente televisiva, con cui Ted ha una storia molto alla “Rachel-Ross” di Friends.
Ted, imbarazzante nel modo con cui dirige la propria vita sentimentale, divisa dall’affetto per gli amici e l’amore per la bella Robin, rappresenta il 30enne single alla ricerca di se stesso, ed in un certo posto, è critico, più di quanto non lo fosse Ross di Friends dei propri limiti che accetta, e a cui si ribella molto poco.
La magia di How I meet, stà nel romanticismo di Ted, che ci crede davvero nell’amore, sa che lo troverà (forse perché la narrazione avviene ottimisticamente “a posteriori” ed è narrata da un se stesso nel futuro che lascia credere che tutto è possibile se veramente ci si spera).
L’altro aspetto accattivante del telefilm sta nel fatto di non conoscere chi sia la ragazza che Ted sceglierà, molti puntano su Robin, ma…sarà vero?
Personalmente trovo che Ted rappresenti un me stesso di allora, spaventato dalle relazioni, cronicamente single (oggi sarei più vicino ad un Marshall) e in attesa della possibilità giusta.
La ragazza che Ted aspetta, con cui farà i due figli a cui “parla” nel futuro, sono la proiezione di tutti i suoi desideri.
Il percorso per arrivare a questi è arduo come è arduo per tutti i trentenni immersi nel mondo delle relazioni occasionali, difficili, impossibili, a volte crudeli, in cui l’unico baluardo possibile era (negli anni 90) e resta oggi solo quegli insostituibili Friends che ci attendono la sera a casa dopo l’orario lavorativo