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CON AMORE MARC E BELLA CHAGALL@Teatro Studio Uno: uno sguardo Luminoso ai Sogni nell’oscurità della Storia

Un’opera intensa e appassionata, potrebbe definirsi così “Con amore Marc e bella Chagall”, il testo scritto e diretto da Valentina D’Andrea, in scena fino al 27 aprile al Teatro Studio Uno. Si tratta di un’opera preziosa, che fa luce sulla vita del pittore ebreo bielorusso, naturalizzato francese, Marc Chagall e di sua moglie, un racconto d’amore immerso nella storia più crudele del novecento dove le due guerre mondiali, la rivoluzione russa e l’avvento del nazismo fanno da sfondo “rumoroso” ad un amore che si affianca, senza sovrapporsi, alla passione del pittore per la propria arte.

Completamente a loro agio sul piccolo palco del Teatro Studio Uno, Castano e D’Andrea commuovono e incantano con la semplicità pura di un amore delicato e difeso contro la Storia, mostrandosi come “due gocce nel mare, perdute nel Mondo”, una coppia inossidabile in cui ognuno dei due “porta sotto le scarpe la propria Terra, attaccata alle scarpe”, (un riferimento alle origini ebraiche della coppia) e si batte per quella Libertà espressiva, sentimentale e sociale messa alla prova dal trasecolare degli Eventi del novecento.

La recensione completa su Gufetto:

Ritratti telefilmici: Robb Stark, d’amore e morte

robb_stark1Il Trono di Spade partorisce sempre figure leggendarie e indimenticabili. Una di queste è il giovane Robb Stark, primogenito dello sfortunato Ned Stark, re del nord, decapitato dopo aver tentato di rivendicare il Trono, per restituirlo all’erede legittimo. Una metafora della durezza della condizione di quei Primogeniti in cerca di riscatto e perseguitati dalla sfortuna. 

La storia di Robb

Robb Stark, una volta morto il padre, decide di vendicarlo, raduna le truppe del nord e dichiara guerra al nuovo robb_stark2giovane e illegittimo re bambino Joeffrey, ed alla sua spietata famiglia, i Lannister. Durante il lungo cammino di guerra della seconda dolorosa stagione di Game of Thrones, il giovane Robb crescerà. Da primogenito carico di responsabilità, suo malgrado a capo del suo regno del Nord, diventerà un “combattente stratega”, l’unico in grado di vendicare il padre, liberare le figlie dalle grinfie del perfido Re Lannister e salire sul Trono, non tanto per cupidigia, quanto per riscatto. Robb nella terza stagione si fa determinato e riuscirà a prendere decisioni difficili, uscendo dall’ombra della Madre, e mettendo in discussione i suoi stessi alleati. Resisterà all’offesa dell’ex amico Theon (che usurperà il Nord, approfittando della sua assenza) e, mentre sfida il patriarca dei Lannister con successo in una battaglia continua, finirà per sposare una giovane “infermiera” di campo, mandando a monte un matrimonio di convenienza che gli avrebbe garantito più uomini per la sua missione.

Robb, il primogenito sfortunato

Robb morirà tragicamente per mano di Lord Frey, un traditore che, offeso per il mancato matrimonio con una delle sue figlie, lo farà uccidere durante un banchetto di nozze, insieme alla sua giovane sposa ed alla Madre. La puntata rappresenta un vero e proprio choc nella trama di Game of Thrones, e rappresenta una terribile metafora di molti giovani del nostro tempo, a cui personalmente mi sento molto vicino.

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Robb impersona il terribile complesso del Fratello Maggiore per forza responsabile, quella figura che, venuti meno i genitori, si trova a crescere da solo e di corsa, per rispondere di tutto ciò che accade. Robb è il Ragazzo che cresce suo malgrado, che sente di non riuscire mai abbastanza a ricordare i padri troppo ingombranti anche se morti. Robb è il ragazzo divenuto uomo e che però compie anche scelte coraggiose, inaspettate, come sposare la persona più umile, la più diversa rispetto a quel mondo che deve sostenere tutto da solo.

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Negli occhi di Robb tanta malinconia, tanta disperazione per la terribile morte che lo aspetta e che colpisce anche sua moglie e sua madre. Robb è la crisi del Primogenitismo, è il colpo di lama della vita, che a volte distrugge le aspettative di chi combatte tanto per affermare la propria unicità.  Ma attenzione, l’eroismo di Robb Stark e di tutti i Primogeniti in cerca di riscatto sta proprio nella sua fine gloriosa, arrivata non per incapacità personale, non per un personale fallimento nella battaglia con la vita, bensì per mano di un Complotto meschino. E qui sta tutta l’umanità del personaggio, che lo avvicina  tutti coloro che non riescono a onorare un padre ingombrante e che scelgono un’altra strada non meno meritevole ma diversa, e che hanno quella terribile sfortuna di perire non per le loro scelte ma per quei Giochi meschini degli uomini incapaci di misurarsi con la sua Grandezza.